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Giovedì 18 Giugno 2015  14:18

LA STORICA SENTENZA - DIRITTO D’AUTORE ANCHE PER LE FOTO PUBBLICATE SU FACEBOOK

Storica sentenza quella del Tribunale di Roma che accoglie la tesi dello Studio Lipani Catricalà & Partners: riconosciuto, in buona sostanza, il risarcimento dei danni per la pubblicazione non autorizzata da parte di un quotidiano nazionale di fotografie scattate da un giovane fotografo e pubblicate nella sua pagina personale del social network.



Tempi duri d’ora in avanti per chi di fatto “preleva” (eufemismo) da Facebook e pubblica senza autorizzazione alcuna, foto realizzate da altri e pubblicate dai legittimi autori e proprietari titolari del diritto, sul proprio profilo personale del noto social network.

E così infatti stando proprio alla storica sentenza destinata senz’altro ed in ogni caso a far discutere (ma riteniamo noi, anche a tutelare soprattutto il lavoro - articoli giornalistici compresi - di tanti professionisti anche e soprattutto freelance) la pubblicazione infatti di foto su Facebook nella pagina di chi le ha scattate non comporta la cessione integrale dei diritti fotografici. La libertà di utilizzo dei contenuti pubblicati dagli utenti con l’impostazione ‘Pubblica’ “non riguarda infatti i contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale degli utenti, rispetto ai quali l’unica licenza è quella non esclusiva e trasferibile concessa a Facebook”.

In base a questo importante principio, stabilito dalla IX sezione del Tribunale di Roma (Sentenza 12076/15) l’autore di alcune foto, assistito dallo Studio Lipani Catricalà & Partners, ha ottenuto il risarcimento del danno da parte di un quotidiano che aveva pubblicato le foto stesse senza alcuna autorizzazione.

Lipani Catricalà & Partners è di fatti uno Studio Legale, con sede a Roma e Milano, composto da 23 professionisti, specializzato nel diritto amministrativo e nel diritto pubblico dell’economia, nel diritto regolatorio e della concorrenza, nonché nel diritto civile e nel diritto delle nuove tecnologie.

La sezione capitolina del Tribunale, specializzata in materia d’impresa e di proprietà intellettuale, infatti, ha riconosciuto la risarcibilità sia del danno patrimoniale che del danno morale connesso al mancato riconoscimento della paternità delle fotografie e, dunque, ha stabilito l’esistenza di un pregiudizio cagionato dalla pubblicazione delle foto senza l’autorizzazione dell’autore e senza l’indicazione del suo nome.

Il caso - fanno sapere da Roma al nostro Quotidiano Quipuglia.it i professionisti esperti e gli avvocati dello Studio Lipani Catricalà & Partners - nasce dalla pubblicazione di alcune foto nella pagina personale Facebook di un giovane fotografo scattate dallo stesso in una nota discoteca romana. Le foto erano poi apparse, all’insaputa dell’autore, in un quotidiano nazionale a corredo di una serie di articoli giornalistici, relativi al fenomeno della frequentazione dei locali notturni da parte di soggetti di giovane età e, successivamente, riutilizzate anche da alcuni programmi televisivi di rilievo nazionale.

Nella sentenza viene innanzitutto chiarito che la pubblicazione di una fotografia nella pagina personale di Facebook, in mancanza di prove contrarie, costituisce “presunzione grave, precisa e concordante” della titolarità dei diritti fotografici in capo al titolare delle pagine nelle quali sono pubblicate.

Fatta questa premessa, il Collegio, esaminate le condizioni di licenza di Facebook, ha stabilito che “la possibilità di utilizzo delle informazioni pubblicate con impostazione ‘Pubblica’ sul social network non costituisce licenza generalizzata di utilizzo e di sfruttamento dei contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale in favore di qualunque terzo che accede alla pagina Facebook”. Al contrario la libertà di utilizzo “riguarda esclusivamente le informazioni e non i contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale”.

Dunque è avvisato, come si diceva in apertura, chi è avvezzo (e dovesse continuare a farlo) a “prelevare” foto (ed articoli, aggiungiamo noi) pubblicate su Facebook senza le necessarie preventive autorizzazioni (e dunque senza accordi preliminari di fatto). E’ del resto disdicevole (oltre che meschino farlo) pensare di poter utilizzare gratuitamente il lavoro di altri professionisti come anche lo sono i giornalisti o i reporter ed i fotografi, e dunque non pagarlo o retribuirlo come è giusto che avvenga, per propri scopi o fini. Addirittura, molto spesso, pubblicando il lavoro realizzato da altri senza neppure citare la fonte, dunque senza ammettere e dare paternità all’autore vero e reale di quella foto o articolo pubblicato su Facebook. Come dire, ai molti...: d’ora in poi “vuoi la foto?”, “vuoi l’articolo?” e allora, paga il giusto costo di quel lavoro di quel professionista. Diversamente non servirtene e non pubblicare a sbabo con il lavoro altrui.

Intelligenti pauca.

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DIDASCALIA FOTO. DA SINISTRA A DESTRA, I SOCI DELLO STUDIO LIPANI CATRICALA' & PARTNERS: FRANCESCA SBRANA, ANTONIO CATRICALA’, DAMIANO LIPANI, ROBERTO FERRARESI E LUIGI MAZZONCINI.





Nella foto: DA SINISTRA A DESTRA, I SOCI DELLO STUDIO LIPANI CATRICALA\' & PARTNERS: FRANCESCA SBRANA, ANTONIO CATRICALA’, DAMIANO LIPANI, ROBERTO FERRARESI E LUIGI MAZZONCINI.


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