Taranto, cinghiali liberi di scorrazzare: registrati ancora numerosi danni ingenti all'agricoltura.
CIA Agricoltori Italiani di Puglia chiede misure di contenimento urgenti dopo avere raccolto la testimonianza grazie ad un video “registrato” lungo i canali e nelle campagne di Ginosa (TA). Un fenomeno, purtroppo che si è acuito durante il lockdown: la sospensione delle catture, ha permesso infatti all'animale di riprodursi indisturbato.
Danni ingenti all'agricoltura cagionati dai cinghiali che continuano a scorrazzare lungo i canali e nelle campagne, aggravando una situazione già estremamente difficile.
È quanto accaduto nelle scorse ore nelle campagne del Tarantino, in zona di Ginosa. A farsi carico dell’ennesima “trave” caduta sulla testa degli agricoltori è ancora una volta CIA Puglia. Che al nostro giornale Quipuglia.it, spiega anche come si tratti di «un fenomeno acuito durante il lockdown, che ha consentito alla fauna selvatica di moltiplicarsi più rapidamente e una quasi assoluta libertà di girovagare per strade e terreni».
È questo del resto quanto denunciano Vito Rubino e Pietro De Padova, rispettivamente direttore e presidente di CIA Agricoltori Italiani Area Due Mari (Taranto-Brindisi) che tornano, per l’ennesima volta, sull’annosa questione, dopo aver ripreso un intero branco che nuotava nel canale adduttore del consorzio di bonifica Stornara e Tara, in agro di Ginosa, in provincia di Taranto.
L'associazione CIA PUGLIA - stando a quanto è dato sapere - intende sollecitare gli organi preposti ad intervenire per contrastare l'emergenza della crescita della popolazione del cinghiale. Con le prime colture primaverili sono ricomparsi tanti, troppi branchi e, la sospensione delle catture, ha permesso all'animale di riprodursi indisturbato.
«Sono necessarie misure di contenimento urgenti. Non c'è tempo più tempo da perdere – denunciano al nostro Quotidiano Quipuglia.it i due alti rappresentanti di CIA Puglia, Vito Rubino e Pietro De Padova (foto) - chiediamo che il canale di circa 35 chilometri a cielo aperto, da Ginosa a Palagianello, sia intubato, quanto prima, non solo per scongiurare i rischi conseguenti, ma anche per evitare le perdite di acqua, oltre che all'evaporazione, visto che tale condotta è stata realizzata ben oltre mezzo secolo fa e tuttora è scarsamente manutenuta».
Adesso - auspichiamo tutti noi - che dalle parole di denuncia dei due alti rappresentati autorevoli di CIA Puglia si passi da subito ai fatti: ovvero che chi di competenza intervenga il prima possibile. Al fine anche e soprattutto di scongiurare - non sia mai - attacchi dei cinghiali all’uomo che in quelle campagne ci lavora alacremente producendo tutti i santi giorni dell’anno per tutti noi.
Nella foto: I due alti rappresentanti di CIA Puglia, Vito Rubino e Pietro De Padova.