25 Gennaio 2019

POLITICA, L’INTERVENTO - ILVA, Sentenza Corte Europea: il popolo tarantino vittima per due volte.

Ospitiamo, a seguire, l’intervento di Mino Borraccino, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia.


 

- di Mino Borraccino, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia -

La Corte di Strasburgo  con la sentenza nei confronti dello Stato italiano, a seguito di due ricorsi, poi riuniti, presentati dai cittadini italiani per aver consentito, con i numerosi decreti salva-Ilva, allo stabilimento di inquinare la città di Taranto, con una decisione dal notevole peso specifico, ha affermato: “la Corte osserva che le Autorità nazionali non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire l’effettiva tutela del diritto delle persone interessate al rispetto della loro vita privata”.

Un’ affermazione rilevante  ed epocale che rende giustizia di una realtà  sotto gli occhi di tutti e documentata, provata e denunciata, rispetto alla quale lo Stato è risultato assente, anzi  ha concesso l’immunità penale, ha tutelato lo stabilimento con i numerosi “decreti salva-Ilva” incurante del fatto che sotto i fumi dell’acciaieria vivevano i tarantini che oltre a un beneficio lavorativo che potevano ottenere dallo stabilimento avevano il diritto di vedersi tutelati in primis dallo Stato, che ha pensato al solo esclusivo interesse economico.

La decisione, però, non appare soddisfacente laddove non riconosce, pur in presenza di una accertata e dichiarata violazione, alcun danno non patrimoniale o un’equa soddisfazione nei confronti dei ricorrenti.

E ciò mentre lo stesso giorno emette una sentenza contro lo Stato italiano, su ricorso di Amanda Knox, alla quale per la violazione dell’art.6 della convenzione, ovvero la violazione del diritto ad un equo processo, riconosce un danno non patrimoniale nella misura di €. 10.400,00.

Il popolo tarantino risulta così essere vittima per ben due volte: una volta perché come dichiara la Corte lo Stato non lo ha protetto ed una seconda volta perché nonostante l’affermazione di una violazione, respinta ogni eccezione dello Stato Italiano, non ha riconosciuto alcuna somma a titolo di danno morale o danno non patrimoniale.

Ne’ possono ritenersi soddisfacenti sotto questo punto di vista le conclusioni cui giunge la Corte lì dove afferma che l’aver acclarato una violazione costituisce di per sé un risarcimento sufficiente per il danno patito.

Positivamente al contrario si accoglie la constatazione fatta dalla Corte del prolungamento di una situazione di inquinamento ambientale che continua a mettere in pericolo la salute dei cittadini di Taranto esposti al rischio ed invita le autorità italiane a scegliere, sotto la supervisione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, le misure generali da adottare nel proprio ordinamento giuridico interno per porre fine alla violazione accertata dalla Corte e cancellare le conseguenze. Invita altresì lo Stato italiano ad attuare quanto prima il piano ambientale che indica le misure e le azioni necessarie per garantire la protezione ambientale e sanitaria della popolazione. 

Mino Borraccino, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia

 



Nella foto: Mino Borraccino, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia.


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