14 Aprile 2020

Lettera aperta al Governo: necessario attivare internet nelle case di chi non può permetterselo.

Sembra assurdo: da un lato si elargiscono (giustamente) servizi ed app gratuite per aiutare gli italiani, bambini compresi, a restare tappati in casa il più possibile, dall’altro il Premier Conte non si accorge che moltissime famiglie non possono permettersi la materia prima per poterle utilizzare: cioè la linea internet fissa in casa!


Caro Governo “mixato” Conte, mi ripeto e scusa la “diretta”: sbrigati per piacere ad erogare anche i “bonus internet” specifici alle famiglie meno abbienti, utili e necessari per consentire a tutti ma proprio tutti di poter navigare e “sopravvivere” in casa propria (con i giga illimitati) soprattutto in questi tristi periodi. Sembra assurdo ma è così.

È inutile che ti ostini a chiedere di restare reclusi in casa, a molti che – non per causa loro - non hanno altro da fare. Non hanno nulla con cui diversificare la giornata in casa. Lo so, sembra un vizio, ma non lo è per chi non ha neppure la possibilità di permettersi una linea fissa internet a casa propria.

Personalmente credo che se continua così, qualche famiglia (quel “qualche” sono sicuro è puro eufemismo!) sarà costretta a decidere se sopravvivere navigando e restare “in contatto” per milioni di altri motivi (tra cui anche quello del potenziale lavoro e ricerca dello stesso) ma morire di fame, oppure decidere di mangiare ma restare indietro a tutto il resto e dunque morire di tutto il resto.

Qualche “contentino” pure apprezzabile (vd. “solidarietà digitale”) a quelle famiglie che comunque non posso spendere soldi, non serve e non basta comunque! Proprio perché non tutte le famiglie hanno internet in casa e non tutti possono permetterselo. Caro Governo, dov'è l’internet per tutti gratuito? Ma abbiamo compreso l’importanza di restare connessi o facciamo finta che tutto vada bene?

Anche senza dare soldi direttamente, caro Governo, almeno fate in modo di attivare una linea internet gratis in casa a quelle famiglie che non possono permettersela. La “solidarietà digitale” proposta non serve a nulla se le famiglie non hanno la materia prima per potersene servire: cioè internet. È chiaro?

E muovetevi, caxxo!






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